#SexVocabulary: MisterY e il LINGUAGGIO GAY, alla scoperta del termine “BEAR” (Orso)
Nel mio ultimo post vi accennai alla possibilità che #SexVocabulary potesse divenire una rubrica fissa del nostro caro CAM4 Blog.
Ebbene, probabilmente siamo sulla buona strada (noo… non quella dove battono le Trans, pervertitelli!!), intendo in senso meaforico, perché siamo giunti al secondo post a tema, dove ci imbatteremo nel termine “Bear”.
Insomma, dopo aver indagato le origini e gli usi della parola Twink (Leggi QUI!), oggi parleremo di quella che praticamente ha il significato opposto.
Come ogni ricerca seria (e le mie sono serissime!) che si rispetti dobbiamo partire dal principio…
La Storia
Nata intorno alla metà degli anni ’80 del secolo scorso, la ”Bear Culture” si sviluppa nella comunità di lingua inglese statunitense, anglosassone ed australiana. Il grande successo di tale cultura gay è legato principalmente alla contrapposizione della figura del Bear (uomo in carne o super muscoloso, villoso) a quella del gay femmineo (magro, depilato, dai lineamenti delicati, a volte fanciulleschi). In Italia la Bear Culture, da noi denominata “Comunità Ursina” (Noooo “Orsolina”; quelle so le suore… attenzione!), giunge solo all’inizio del 1990, quando alcuni pionieri formano il gruppo “Orsi Italiani – Girth & Mirth”. Con questi due termini inglesi (Girth e Mirth) ci si vuole ricollegare ad altri gruppi Girth & Mirth già presenti ed operanti nel mondo. Ma cosa significano queste due parole inglesi?
Allora,“Girth” letteralmente si traduce con “tronco di albero”; mentre con“Mirth” s’intende “Allegria”, “Benessere”, “Voglia di vivere”; insomma la combinazione dei due vocaboli sta a supportare il concetto e l’idea di viversi in grazie di Dio la proprio forma fisica, il proprio fisico over size.
Grazie all’aumentare dei suoi simpatizzanti, il fenomeno dei Bears comincia, dunque, a farsi notare e a crearsi degli spazi di visibilità all’interno degli appuntamenti ufficiali del movimento LGBT italiano, come per esempio durante il Gay Pride con la relativa parata. Attualmente le più corpose comunità ursine italiane si trovano a Roma, Milano, Bologna e Palermo, ma in pratica in moltissime città si svolgono feste e appuntamenti a tema.
Gli Orsacchiotti e la loro comunità hanno anche una bandiera tutta loro, si… proprio quella che vedete nello sfondo della copertina del post. Il messaggio intrinseco in questa bandiera è davvero carino. A strisce, proprio come quella della comunità gay, ma con colori differenti. I colori delle strisce più in alto sono ispirati al colore della pelle di persone di diverse etnie: neri, mulatti, asiatici, caucasici etc; quelli delle strisce sottostanti sono quelli del “Pelo dell’orso”: nero, grigio o bianco, a seconda dell’età.Ovviamente in bella vista c’è l’impronta del grande mammifero e la bandiera vuole lanciare un messaggio di libertà, di apertura a tutte le etnie, le età e ai vari gusti possibili ed immaginabili.
Terminologia
In Italia noi usiamo solamente il vocabolo Orso, mentre nei paesi di lingua inglese vige la distinzione da “Bear” e “Chubby”, che sta per cicciotto.
Ad ogni modo attorno al termine BEAR gravitano una serie di altri termini che hanno dato vita addirittura ad un gergo peculiare. Per esempio con il termine “Cacciatore” si disegna colui che vuole “catturare” un orso, conquistarlo e scoparci… in pratica. Poi c’è il “Cucciolo”… ovvero un orsetto giovane, o il “Daddy Bear” (Papà Orso)… uomo maturo (ed orso). Certamente il “Muscle Bear” (super muscoloso, come dicevo su) e divertenti i termini “Orso polare” ed “Orso lesbico”; il primo sta a designare un uomo grosso e brizzolato, il secondo un Bear “cacciatore”, ovvero che predilige altri bear.