Lea T.
Lea T. questo il suo nome. Famosa per essere una stilista emergente nel mondo della moda dopo essere stata assistente dello stilista di Givenchy Riccardo Tisci. Conosciuta per essere anche una modella emergente essendo stata scelta proprio da Riccardo Tisci per l’ultima campagna di Givenchy Haute Couture presentata a Parigi. Nota nel suo ambiente per il suo fascino androgino, la sua eleganza, la sua pelle ed i suoi occhi che non necessitano di trucco.
Famosa anche per essere la figlia del calciatore Antônio Carlos Cerezo, celebre negli anni 80 in Italia come Toninho Cerezo.
Ma il padre non riconosceva il nome Lea T., lui afferma di avere quattro figli…uno dei quali si chiama Leandro. E Leandro è il vero nome di Lea T.
Lea T. ha fatto outing.
Ha posato senza veli su Vogue Francia (agosto 2010), fotografata da Mert & Marcus rilasciando anche un’intervista in cui parlava dei problematici rapporti con il padre, e con la famiglia della madre tradizionalista e bacchettona.
Ha raccontato a Vanity Fair i problemi che sta vivendo per prepararsi all’operazione che la farà diventare donna:
L’operazione cambierà tutto?
«Avrà sentito mille volte i trans dire: “Con l’operazione finalmente diventerò una donna”. Io non la penso così, sono realista. So che avrò una vagina ricostruita, che non è una vera vagina, so che l’esperienza del piacere femminile probabilmente non la vivrò, so che sui documenti sarò una donna e questo mi faciliterà la vita, o almeno lo spero. La scelta è tra essere infelici per sempre o provare a essere felice».
Ne ha discusso con i suoi genitori?
«Quando ho iniziato la terapia ormonale che precede l’intervento ne ho parlato con mia madre che, a sua volta, ne ha parlato a mio padre. Con lui, direttamente, mai una parola. Sono separati, lui ha un’altra compagna, che io non ho mai conosciuto. Ci sentiamo ogni tanto al telefono e non ci vediamo più di una volta all’anno. “Come stai, tutto bene?”. E finisce lì».
Che effetto fanno le terapie?
«Fanno uscire di testa! Il corpo cambia: spariscono i peli, cresce il seno, spuntano le curve. Ma gli effetti sull’umore sono terribili. Come essere una donna in sindrome premestruale permanente. Almeno, per me, è così. Ogni corpo e ogni storia sono diversi. Io sono fortunata. Nemmeno quando ero ancora un ragazzo avevo molta barba».
Ed ha raccontato ultimamente che finalmente anche la sua famiglia ha accettato il suo cambiamento dopo aver accettato tempo fa il suo lavoro.
Auguri Lea!